mEntECuoRE_l'epilogo_
Lui: Il Cuore
Lei: La Mente
"Io ti avevo avvertito" sussurrò Lei.
Il momento era arrivato. L'ennesimo momento che mai avrebbero voluto attendere. Quello stesso momento che, in realtà, ti aspetta cinico e spietato dietro l'angolo.
Lui non avrebbe mai voluto sentire queste parole. Non un'altra volta.
Ma questa volta era diversa. Questa volta non sembrava compiaciuta per aver avuto ragione, ancora, come sempre. Questa volta sembrava stanca e delusa. Anche Lei. Nonostante la freddezza e il distacco che solitamente le appartenevano.
"Lo so... lo so... ho provato ad essere diverso... ma non ce l'ho fatta..." rispose.
Se avesse avuto gli occhi per guardare avrebbe visto la rabbia di Lei, mentre questi si sarebbero offuscati con quel liquido strano che gli umani chiamano "lacrime".
"Mi dispiace" riprese. "Sono stato uno stupido. Dovevo darti ascolto."
"Perchè?! Solo perchè adesso sei di nuovo solo?! Adesso torni da me e pretendi conforto e forza?!...E' un po' tardi ora!" rispose decisa.
"Non puoi abbandonarmi. Non posso farcela senza di te..."
"Hai già fatto tutto senza di me. E hai distrutto comunque anche me. Ora rialzati da solo! Non ho più consigli nè dolci parole!"
"Perchè non riesci a capirmi? Mi ero difeso. Ce la stavo facendo... ma poi... sembrava tutto così vero... incondizionato e... sincero... Stavo bene, mi sentivo finalmente pieno..."
Fece una pausa. Sentì una tremenda fitta di dolore. Non riusciva a ripensare a ciò che lo aveva fatto stare bene, perchè era la stessa cosa che ora lo stava trascinando nel buio da dove, mesi prima, stava riuscendo, a fatica, ad uscire.
"Volevo solo riprovarci. Per quale motivo esisterei, io, allora, se non per aggrapparmi agli unici momenti in cui posso rimettermi in gioco?"
Lei si fermò a riflettere. Era solita farlo. Ma ora era meno rabbiosa. C'era qualcosa di diverso nelle parole di Lui. Qualcosa che la preoccupava. Dopo un istante rispose.
"...E hai visto dove ti ha portato, ancora, la tua voglia di esistere?... Io non posso esserci sempre. Stavolta esco sconfitta anche io da questa lotta..."
" Sconfitta?!... e come pensi che mi senta io, ora che ritorno in quel buio? Ho paura! Una tremenda, fottuta, paura di non rivedere mai più questa luce... dove tu invece continuerai a rimanere. Sempre e comunque. Ma devo andare, lo so. Qui per adesso non c'è più posto per me... e questa volta non so davvero se riuscirò mai a tornare..."
Lei si chiuse nel suo silenzio. Riusciva a sentire il dolore di Lui. La sua ennesima delusione. Il suo ennesimo sconforto. Il suo tremendo terrore. Era talmente profondo che quasi sorprendentemente si sentiva spaventata. Spaventata perchè sapeva che quelle sue ultime parole potevano essere più vere di quanto sembravano. Lui si sarebbe voltato per andarsene e, per la prima volta, Lei non riusciva a sentire la fine di questo lungo addio. Percepiva il senso della solitudine che gli avrebbe fatto compagnia di lì a poco e si tormentava nel comprendere il motivo di un sacrificio simile. Questa volta era Lei che avrebbe voluto avere un po' di quello "strano liquido"...
"E ora?...Cos'è cambiato ora?...tornerai comunque in quel luogo che ti soffoca. C'è solo un graffio in più sulla tua carne ... L'ennesimo graffio che ti farà soltanto male..."
A tale pensiero Lui sentì una fitta lancinante provenire dal profondo taglio, quasi Lei l'avesse chiamata. Si irrigidì nella sua smorfia di dolore. Si fermò. Se avesse potuto avrebbe alzato lo sgurado e sorriso amaramente. Si rivolse per l'ultima volta a Lei e rispose:
"Non è il graffio a fare male... no... fa male sapere chi l'ha provocato... Vuoi sapere cos'è cambiato?...è cambiato che, anche solo per pochi istanti, ho vissuto...
Ciao mia dolceamara consigliera..."
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