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Avrei dovuto cominciare questo blog qualche settimana fa, subito prima della mia partenza per il tirocinio universitario. Di cose da scrivere ce ne sarebbero state milioni...
30 settembre 2006. Ritrovo all'aeroporto di Malpensa alle ore 7:15 per attendere un aereo previsto alle 9:25 (!) che prenderà il volo verso Rinas...Albania...
Sembrerebbe un posto insolito per uno stage, se non fosse che ci occuperemo di restauro architettonico in un paese sotto Tirana, Berat, che ha l'obiettivo di entrare a far parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO...e lì, di cose da restaurare (anzi, conservare, altrimenti rischio di essere linciata dalla mia prof!) vi assicuro che ce ne sono non poche...
Bene. Dopo aver subito settimane di battutine, stile "se c'è sciopero degli aerei per il ritorno, nn preoccuparti, chiedi posto su un gommone" e cose simili, dopo aver preparato la mia valigia sapientemente pesata sulla bilancia di casa per non superare i fatidici 20 kg, ma soprattutto dopo mille peripezie per ottenere un passaporto in 3 giorni (!) -e ce l'ho anche fatta!...non vi sto a spiegare come...- e una sveglia alle 5.00, sono finalmente qui ad attendere il mio viaggio e a chiedermi cosa mi aspetterà...
Sono al mio primo volo. All'estero ci sono già stata, ma in macchina (Portogallo!!) o in treno.
Ci imbarchiamo. Il gruppo è magnifico. Siamo in otto, con la prof che resterà con noi solo due giorni. Il mio posto paradossalmente non è con gli altri. Riesco a farmi spostare, perchè vorrei qualcuno a cui stritolare la mano se ho paura...e farlo ad un vicino sconosciuto (una signora Albanese che ha mangiato per tutto il viaggio e che cercava di dirmi cose incomprensibili) non mi sembra il caso.
Per la prima volta nella mia vita, mi sudano le mani. Sono agitata e impaziente.
Decollo. Rita dice "è stato bravo"...io non ho termini di paragone, ma mi fido e mi esalto...VOLARE è FANTASTICO.
Atterraggio. Rita dice "è davvero bravo"...la cosa procede come sopra...VOLARE MI PIACE PROPRIO (Al mio viaggio di ritorno la cosa sarà firmata e sottoscritta. Viaggio accanto al finestrino mentre le nubi sono trafitte dai raggi di un sole rosso che tramonta sul mare...ragazzi, evviva l'aereo!).
Al nostro arrivo ad attenderci un autista mandato dal responsabile Albanese, Ajet (persona squisita), con un furgoncino giallo non esattamente degli ultimi modelli. Sembra ci siano 40 gradi. Noi siamo tutti in jeans e scarpe da tennis (in Italia la temperatura era ben diversa). Il furgoncino ha l'aria di non avere aria condizionata, ma ciò che è peggio...ha i coprisedili in FINTO PELO BLU!...
Ci aspettano almeno due ore e mezza su quel forno microonde...Rinas-Berat distano circa 120 Km, ma scordatevi autostrade e casellanti.
A parte una sempre maggiore esigenza di fare pipì che con le frequenti buche non è proprio il massimo (non c'è bisogno di dire che "no autostrada-no autogrill"!!), il nostro secondo viaggio è magico...
E' un paese in ricostruzione."Siamo nel mondo delle contraddizioni" è la prima cosa che penso. Cantieri aperti dovunque accanto ad alberghi nuovissimi a loro volta su sfondi di macerie. I colori accesissimi degli edifici nuovi contrastano col bianco-grigio delle prime gettate di calcestruzzo di quella che sarà una casupola subito di fianco. Mercedes dei primi anni 70 "sfrecciano" accanto a concessionarie di auto nuove sorpassando un carrettino trainato da asinelli.
E' suggestivo.Non faccio che fotografare. Questo mondo lo mangio con gli occhi.
La maggior parte delle case sono a copertura piana...ma non è per il clima. Costruiscono a poco a poco, quando ne hanno la possibilità economica, lasciando, a piano compiuto la copertura piana e i ferri di ripresa all'esterno. Se un giorno si sposerà una figlia sarà più facile aggiungere un piano.
Sono tutte così.
Ci cade l'occhio su un particolare inquietante. Ai ferri di ripresa, o ai balconi di alcune costruzioni, vediamo vecchi peluches ingrigiti dal tempo appesi per lo più per il collo. La cosa ci lascia basiti.
Verremo successivamente a sapere che il fatto deriva da una superstizione popolare secondo la quale occorre appendere la bambola più brutta che sia ha agli edifici nuovi per allontanare l'invidia e gli "occhi distruttori" delle persone (ora capiamo perchè tra le bambole abbiamo visto anche quella di un "tele tabbies"!!).
Arrivati a Berat. L'albergo è stile tirolese. In questo posto gli stili si intrecciano a volontà.
Berat è magnifica. La chiamano "la città dalle mille finestre".
Domani è domenica. Il lavoro non inizia propriamente subito. La prof vuole vedere il mare. E anche noi. Domani si va al mare. Valona ci aspetta... e altre due ore di viaggio.
Il mare è incontaminato e limpido. Gente prende l'acqua dalla foce del fiume, lì accanto. Scenari bellissimi.
Fa caldo. Bagnamo i piedi. L'acqua è calda. L'acqua è limpida. La spiaggia è vuota. La voglia di tuffarsi c'è. Il costume manca. Distese di sassi bianchissimi sotto di noi sembrano dirci "noi possiamo fare il bagno e voi no" (stronzi!).Sguardi complici. Ci siamo capite. La prof non resiste e si fionda orgogliosa dall'autista e dal gentilissimo figlio di Ajet a chiedere se si possano allontanare perchè noi "fanciulle" abbiamo in programma un fantastico bagno in intimo!. Anche Luca, unico uomo del gruppo, farà parte del terzetto gentilmente "cacciato"!. Farà il bagno subito dopo di noi.
Tra vari perizomi e reggiseni non proprio idonei alla cosa corriamo verso il nostro desiderio (allettante come immagine, no?;)).
...Soddisfazione...
(eh, lo so che avreste voluto esserci, e non solo per una nuotata il primo di ottobre, ma ormai è andata...sorry!)
Beh, come primi giorni non c'è male. Fantastici, oserei dire.
2 0ttobre. La prof riparte. Il lavoro comincia. Ci occuperemo della rocca in cima alla collina. La salita sarà almeno un 90%!!. Un quarto d'ora, venti minuti di cammino. Tutti i giorni a piedi. Per otto giorni. Ci si prospetta un cuore a mille e polmoni scoppiati, ma un fisico al ritorno davvero niente male!.
Il lavoro è interessantissimo.Il gruppo è sempre più affiatato. Collaboriamo con architetti e studenti Albanesi. Lo scambio culturale "ci piace" (...vero raffi??). Si finisce tardi la sera e al ritorno ci ritroviamo tutti in camera nostra per la proiezione di uno dei film che le nostre espertone cinefile (anche dette cinofile!) si sono portate dietro ( grazie Karen e Rita!).
In tutto questo io non sono molto partecipe, non perchè sia asociale, ma in quanto devo preparare un esame che sosterrò al mio ritorno (per questo motivo, di due giorni anticipato rispetto agli altri). Mi addormento spesso sul libro. Mi deridono e dicono che faccio finta di studiare ( informo che prenderò 27 a quell'esame! tiè!;)).
I miei otto giorni passano così. Passano in fretta. Tra una camera d'albergo condivisa in quattro ( io, Rita, Luca e Karen, detti "i piccolini" dalla prof...ribattezzati "Barilla" al ritorno!!)
con un bagno sempre allagato per una perdita del lavandino. Una sveglia che Luca non sa spegnere e che ti rompe i maroni ogni cinque minuti (Luca ti voglio bene, ma ti ho odiato profondamente!!). Momenti strani, che ci hanno fatto morire dal ridere (ce ne sarebbero mille da raccontare, ma passerei qui altre 4 ore!). Frasi rimaste nella storia ( tipo "delirio e paccata di soldi"...anche questa è lunga da raccontare...).Foto e video a volontà. Comprese le "millecinquecentotrenta" foto della Rossi ai gatti del posto (gattofila!). Interviste e servizi su Tv Albania, come se fossimo delle star. Il biùrEK (che continuerò a scrivere in questo modo, perchè "mi piace"), buonissima specie di focaccia ripiena, messa ancora calda in un sacchetto di PLASITCA! (così com'è uscita dal forno...ma dopo due giorni ci fai l'abitudine!). Tanto thè (non hanno la concezione della colazione "cappuccio e brioches", ma se volete un piatto di minestra al mattino, non ci sarà alcun problema!). Gente che parla italiano. Altra, davvero per nulla. Noi che cerchiamo di far capire a gesti "burro e marmellata" alla cameriera dell'albergo, che non fa altro che sorridere e alzare le spalle (inquietante, sul serio!). Gente strana. Altra gente magnificamente splendida e disponibile. Noi che proviamo a imparare l'albanese, ma che più di "grazie, buon giorno" e "buona sera" non impareremo ( ah, no..."druri" è LEGNO...e poi "erker" e "testek"...ma questa è deformazione professionale dovuta al lavoro che dovevamo fare!!)...
Insomma ho davvero tante cose nel cuore. Ci sono stata otto giorni, ma sono stati intensi e pieni di avvenimenti.
L'immagine di questo paese arriva in Italia assurdamente storpiata e sbagliata. Le persone hanno un cuore enorme. Durante il rilievo del degrado tra le case della rocca tante famiglie ci hanno invitato all'interno e ci hanno raccontato dei loro figli, nipoti che ora sono in qualche posto nel mondo, chiedendoci addirittura di passare del tempo con loro, magari al mare!.
E' stato davvero importante a livello culturale e personale. Viaggi di questo genere possono cambiarti. Ci tornerei altre innumerevoli volte.
Il viaggio di ritorno, causa esame, lo farò da sola. 8 Ottobre. Mi accompagnerà Ceni ( figlio di Ajet), ragazzone simpaticissimo che studia Archeologia all'università e che mi racconterà quanto è difficile per loro ottenere un visto per l'estero. Ha dovuto rinunciare ad uno stage a Roma per questo. L'Italia non l'ha accolto. Mille scusanti per non farlo. Io in Albania, per il mio tirocinio, ci sono andata senza nessun problema...
L'Albania è un paese che lotta per rinascere, fisicamente e agli occhi della gente che giudica senza sapere.
Anche io l'ho fatto molte volte, ma la sensibilità sta anche nel saper cambiare idea...
3 Comments:
Lisa, che vuoi che ti dica, io che sono stata lì con te?Druri!E ricorda che il vero biurEk ha la passata di pomodoro che si spalma con le mani unte di Lec...
ddddààài Rita!...cccheschifo!...e ne abbiamo mangiati milioni!...ah, già..ma ci abbiamo fatto l'abitudine. I nostri anticorpi sono diventati delle astronavi!;)..
cmq..DRURI anche a te, compagna d'avventura!
Già..oh mio dio è la frase adatta!!!!! ;-)
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